venerdì 1 agosto 2014

Giorno 4

Salonicco-Skopje, 31 luglio 2014

Se avessimo l'abitudine di dare a ogni giornata un titolo, questa si chiamerebbe "la giornata delle lezioni di vita".
Il nostro risveglio è addolcito dalla colazione continentale offerta dal RentRooms Hostel, che continua a scalare posizioni nella nostra speciale classifica del cuore; Casty gradisce particolarmente i salsicciotti, mentre Siso non si esime dal mangiarli nemmeno dopo averli conditi con abbondante cannella, scambiandola per paprika. Usciamo dall'ostello con le spalle scariche del fardello degli zaini lasciati nella locker room e ci apprestiamo a visitare la città. Prima di cominciare il tour della città ci documentiamo quanto basta sulla sua storia. L'ostello è in pieno centro, accanto ad alcune delle sue meraviglie non a caso di epoca romana: l'Arco di Galerio e la Rotonda. Dopo averli visitati ci dirigiamo al porto; nemmeno facciamo in tempo a vedere il mare che veniamo accerchiati da Chucky e la sua afro-gang. Tra toccate e complimenti ("you look like an actor!"), ci troviamo improvvisamente con tre braccialetti in più e qualche spicciolo in meno. C'è chi porta a spasso il cane, chi fa una passeggiata, e non manca ovviamente un losco figuro vestito da donna che fa le coccole ad un piccione afferrato con destrezza. La cosa ci destabilizza un pò, ma cerchiamo di superarla pensando a cose belle. Ci spalmiamo addosso dell'aloe vera appena comprata per placare il senso di bruciore che avvertiamo su svariate parti del corpo. Oh sì...
Ci spostiamo in cerca di un posto dove comprare un pranzo economico e presto troviamo un Carrefour. Economico sì, commestibile forse no. Prima lezione della giornata: in questa zona del mondo conviene lo street food, fanculo i supermercati. Mangiamo all'ombra di un albero pieno di piccioni, in un parco pieno di tossici. Pessima idea, davvero. Un piccione defeca sulla spalla di Siso e un tossico ci si avvicina indicando la busta vuota di una siringa che tiene nella mano sinistra. La giornata stenta a decollare. Proseguiamo il giro della città, buttando un occhio all'antica Agorà romana. Andrea comincia a patire l'inadeguatezza delle scarpe che indossa, la pianta del piede destro è in gran parte viola e ogni passo è una tortura. Seconda lezione di vita: mai portare un solo paio di scarpe in InterRail.
Fermi su un marciapiede veniamo avvicinati da un simpatico e baffuto signore, Emilio, che in italiano ci spiega la storia della chiesa situata a pochi metri da noi, e passa dal raccontarci la storia della città allo spiegarci il suo punto di vista geo-politico. Parla di mafia internazionale, ma poi aggiunge un "senza offesa" che gradiamo particolarmente. Ci congediamo dal buon Emilio quando arriva il suo autobus ed entriamo nella chiesa, trovando con nostro disappunto le catacombe chiuse. Facciamo rotta verso la Torre Fortificata, ma ci rendiamo conto che le lancette corrono e la distanza dalla Torre non ci permette di neanche di vederla: siamo quindi costretti a tornare in ostello a riprendere gli zaini, salutare Emily, e tornare in strada in cerca di un taxi verso la stazione dei treni. Arrivati alla stazione, parliamo con un impiegato della biglietteria e sobbalziamo alle parole: "There are no trains for Skopje today." E' andata così. Terza lezione di vita: controllare gli orari dei treni per tempo. Ci scuotiamo dal trauma e decidiamo di prendere un pullmann, costa di più, ma serve al suo scopo. Il viaggio scorre tranquillo tra letture, musica e panorami, interrotto solo dal controllo documenti della dogana.
A Skopje la pioggia ci dà il benvenuto, e dopo esserci informati sul treno che prenderemo domani nella spettrale stazione poco distante ci dirigiamo all'ostello.
Lì ci accolgono Nenad e la sua donna. L'atmosfera è quasi familiare e concilia il sonno che in poco tempo ci cattura. Poveracci i nostri compagni di stanza che ancora non conoscono i notturni concerti animaleschi del naso di Andrea.



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