domenica 17 agosto 2014

Giorno 18

Ljubljana-Zagabria, 14 agosto 2014

Il risveglio non è certo dei più facili. Il telefono suona alle 6, con buona pace dei nostri compagni di camerata (altri due oltre a Massimo). Raccattiamo le nostre cose alla debole luce che filtra dalla finestra. Non fiatiamo, e da sottofondo ci fa il rumore incessante e minaccioso della pioggia. Aprendo la porta svegliamo Massimo, che ci saluta augurandoci buona fortuna e buon viaggio. Ci tuffiamo (è il caso di dirlo) in strada senza troppe esitazioni, le gambe sono ancora addormentate e gli zaini sembrano pesare il doppio del solito. Facciamo una breve deviazione alla piazza del mercato, dove compriamo un litro di latte fresco da un fantastico distributore automatico. Sorseggiando la nostra colazione percorriamo a ritroso la lunga via che unisce la stazione al centro. Incredibilmente puntuali, ci ripariamo dalla pioggia sulla banchina del binario 6. Dal freddo, invece, non c'è riparo, e quando scopriamo che il nostro treno tarderà di cinquantacinque minuti, pensiamo bene di andare a rintanarci nella stazione vera e propria. È così bello che ci addormentiamo ma, dimostrando ancora una volta una precisione sovrumana, ci svegliamo in tempo per il nostro treno. La puntualità, peró, si rivela una volta per tutte essere roba da stupidi. Il nostro treno ha recuperato qualche minuto sul ritardo ed è già partito. In un certo senso non siamo noi ad aver perso lui, ma lui ad aver perso noi. Il percorso alternativo che siamo costretti a fare è più lento, più scomodo e più complicato, ma c'è e tanto ci basta. 
A Zagabria fa freddo, ma almeno non piove. Attraversiamo il centro in lungo e in largo, dalla Cattedrale dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, ricostruita dopo il terremoto del 1880, alla chiesa di San Marco, con il particolare tetto di mattonelle colorate. Per puro caso ci imbattiamo in un pub meraviglioso, la Tolkien's House, ispirato in tutto e per tutto alle opere del genio inglese. Il freddo e i problemi intestinali che da Istanbul non ci hanno più lasciato, ci sconsigliano di prendere birre, portandoci a preferire bevande calde, che ci infuocano la gola e il petto di rinnovata energia e profonda fede. La città non è grandissima, ma comunque ci riempie la giornata. Dopo una rapida cena siamo di nuovo in treno. Ad attenderci, a sud, c'è Spalato.

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