venerdì 1 agosto 2014

Giorno 3

Trikala-Kalabaka-Salonicco, 30 luglio 2014

La sveglia alle 6 e` di quelle faticose, ci alziamo con collo e braccia doloranti e bruciate dal sole. Un treno ci porta a Kalabaka e, appena scesi, abbiamo subito la netta sensazione che questa sara` una giornata che non dimenticheremo. Siamo ai piedi di Meteore, una collana di monasteri ortodossi incastonati sulla sommita` di alte formazioni rocciose che svettano dietro le case bianche della citta`.
Seguendo le indicazioni del buon Dimitri raggiungiamo una taverna dove i proprietari ci permettono di lasciare gli zaini. Facciamo un`ottima colazione in un forno in cui facciamo anche scorte per il pranzo. Su una cosa pero` Dimitri ci ha mentito: il caffe` fa schifo. Saliamo su un pullman che ci portera` all`inizio del percorso tra i monasteri e gia` lungo il percorso staccare gli occhi dal panorama sembra impossibile.
Nel primo monastero ci rendiamo subito conto che la sacralita` del luogo ha dovuto cedere qualcosa alle esigenze economiche della logica del turismo, ma anche che cio` non ne ha in alcun modo scalfito l`imponenza e la bellezza. Un`esposizione di oggetti militari bizantini ci permette di apprezzare la storia di queste montagne e il panorama ci toglie il fiato ogni volta che dalle basse stanze di musei e luoghi di preghiera usciamo sulle terrazze un tempo riservate ai monaci.
Per arrivare al secondo monastero dobbiamo percorrere a piedi un lunghissimo stradone, straordinariamente simile al Serpentone percorso da Goku per raggiungere Re Kaioh. Le macchine ci passano accanto, cosi` come pullman pieni di tedeschi e cinesi. Il sole e` alto e forte, ma una leggera brezza ci facilita il lungo cammino accarezzandoci la pelle gia` ustionata. Durante la camminata e` possibile spingersi sul ciglio di qualche spuntone di roccia e ne aprofittiamo, benche` la fobia del ripido blocchi il buon Casty a distanza di sicurezza. In una di queste soste incontriamo un italiano che dopo aver augurato la morte ad una bionda in ciabatte, si offre di farci una foto. 

A poche decine di metri dal secondo e ultimo monastero ci fermiamo all`ombra di un albero per consumare il pranzo. Siamo stanchi, ma non troppo stanchi. Ci passa davanti una signora italiana che, scherzando, ci invita ad accompagnarla visto che i suoi figli (nostri coetanei) non sono voluti scendere dal camper. Sono degli stronzi, evidentemente, ma lei "se ne frega" e tira dritto. Arrivati in cima ci concediamo una pausa meditativa, chi di noi e` rivolto alla citta`, chi alle montagne e al cielo. 
Scendiamo lungo un sentiero tra alberi e rocce, dove le uniche difficolta` ci vengono dalle scarpe inadatte di Andrea e dal precario equilibrio di Casty. Arrivati in citta` le braccia cominciano a bruciarci come se dalle magliette uscissero tizzoni ardenti.
Andiamo a prendere gli zaini dove li abbiamo lasciati e, per ringraziare i proprietari (ma solo per quello eh), ci prendiamo mezzo litro di birra ghiacciata a testa.
Ora ci aspettano solo treni fino all`ostello nella prossima citta`: Salonicco. Lottiamo contro il sonno sui brevi tragitti che facciamo fino a Paleofarsalos. Ci siamo gia` stati e in stazione si ricordano da noi. Ci sono due treni che possiamo prendere: uno subito e uno dopo un`ora. "Dai, andiamo subito!". Questa era l`idea. Purtroppo pero` il treno e` in ritardo e si ferma per meno di 30 secondi chiudendoci in faccia le porte. Pazienza, magari quel treno e` destinato a deragliare. Riusciamo comunque a salire sul secondo, e in men che non si dica siamo a Thessaloniki, Salonicco. 

In ostello ci accoglie Emily: e` colpo di fulmine. Ci viene assegnata la stanza "Giappone" e dopo le docce crolliamo sui nostri letti. 
Come due anni fa, sognare stanotte non servira`.

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