martedì 12 agosto 2014

Giorno 14

Budapest, 10 agosto 2014

Il treno per Budapest stavolta ci lascia dormire e il tempo vola, disturbato solo dal rapido controllo dei passaporti alla frontiera.
La capitale ungherese è l'unica altra città, oltre a Monaco di Baviera, in cui l'InterRail col suo misterioso fluire ci abbia portato per una seconda volta. Già nel gennaio 2012 Andrea e Siso vi erano capitati sul finire del viaggio, ma senza soldi, tempo e forze per girarla a dovere: una toccata e fuga che non rese giustizia ad una città come questa.
Già l'arrivo alla stazione di Budapest Keleti ci dà motivo di presagire il netto cambio di registro rispetto a quella stancante e di fatto infruttuosa giornata di due anni e mezzo fa. I lavori che allora occupavano per intero la piazza e le vie circostanti sono conclusi ("ma allora succede veramente..." sospiriamo, abituati agli eterni cantieri di Roma) e ora anche la stazione, prima quasi del tutto vuota, si è riempita di negozi e chioschi vari.
La prima sosta è, come sempre, la colazione, fatta stavolta in una pasticceria quasi nascosta dalle insegne prepotenti del vicino Burger King. Mangiamo il giusto per riprendere le energie e lo spirito è così alto che ci induce a rinunciare alla comodità della metro, che pure è lì davanti a noi, percorrendo a piedi 3 chilometri e mezzo per arrivare in ostello. Senza cedimenti e soste, in una mezz'ora siamo a destinazione.
Per chi se lo fosse scordato, sono tre notti che siamo in giro: senza letti, senza docce, senza bagni. Immaginate dunque l'orgasmica sensazione che ci ha provocato l'infilare la chiave nella toppa e, girandola lentamente, il vedere aprirsi davanti a noi un posto da poter chiamare "camera". È talmente bella che quasi la chiameremmo "casa", nonostante il nostro soggiorno qui sia ristretto ad una notte.
Ci rimettiamo in sesto senza fretta, dormendo anche un po'. Improvvisamente, ci accorgiamo di esserci dimenticati di pranzare e a ricordarcelo sono proprio i nostri stomaci. Applichiamo informazioni tratte da internet ad un paio di mappe della città, decidendo il percorso da fare fino a sera e in un batter d'occhio siamo in strada.
Decidiamo di percorrere la sponda del Danubio che ci porterà al centro storico della città; più ci avviciniamo, più ci accorgiamo di quali fantastici scorci offra la città, vuoi per i suoi palazzi, vuoi per le sue ridenti aree verdi, per i ponti sul fiume, o per i suoi maestosi monumenti. Per prima cosa attraversiamo un ponte che ci porta sull'isola di Margarita, adibita a parco cittadino e molto frequentata da ungheresi e turisti di tutte le età. Proprio dal ponte si ha un'ottima visuale della città su entrambe le sponde, incorniciata dal cielo violaceo del crepuscolo: spiccano il Parlamento, l'ex Palazzo Reale, la cittadella fortificata con il Bastione dei Pescatori. Ci dirigiamo quindi verso il Parlamento, grandissimo edificio di architettura gotica che si affaccia sul fiume, tanto imponente da sembrare una cattedrale. Ancora non abbiamo mangiato nulla, ma siamo tutti d'accordo sul concederci una cena "da signori", a condizione di assaggiare il piatto tipico, benchè non propriamente estivo: il goulash. Troviamo così un piccolo ristorante dall'atmosfera unica; la proprietaria parla un perfetto italiano, le cameriere ci fanno battere il cuore, la musica di sottofondo ci viene offerta da un suonatore di cimbalom, tipico strumento locale e, cosa più importante, il cibo è buonissimo. Torniamo in strada e, attraversando il suggestivo e scintillante Ponte delle Catene, passiamo sulla sponda settentrionale del Danubio, dove  troviamo un luogo di ritrovo con musica, sdraio, panchine e un chioschetto che vende da bere. Esiste situazione migliore per provare una birra ungherese? Ci mettiamo comodi ma scopriamo con disappunto che la birra è calda ("la poteva prende dal frigo, 'sta cretina") e questo ci guasta un po' la piacevole situazione. Decidiamo quindi di salire sulla cittadella per goderci il panorama dal Bastione dei Pescatori; la strada è in salita e arriviamo assetati e un po' stanchi, ma ne è valsa decisamente la pena: Budapest di notte assume i contorni e i colori di una città uscita dalla migliore delle fantasie Disney, con gli alti edifici illuminati d'oro a riflettersi nelle placide acque del Danubio. Da sopra la cittadella facciamo un giro della Chiesa di S. Matteo e rimaniamo per un po' a goderci il panorama, ma la stanchezza comincia a farsi sentire, così ci incamminiamo per tornare in camera. Facciamo appena in tempo a chiudere gli occhi che già le nostre menti volano alte sopra Budapest, lasciando i corpi a riposare.




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