Lappenranta-Imatra-Savonlinna, 4 agosto 2012
Cominceremmo questo post parlando del nostro risveglio,
tuttavia, ciò risulta impossibile data l’assenza di un effettivo momento
definibile come tale. Lappeenranta ci ha tenuto compagnia durante la nottata
proprio come faceva quel peluche che da bambino amavi tanto: a prescindere da
tutto e senza chiedere nulla in cambio. I giri in bici al chiaro di luna ci
hanno portato tra le imponenti statue di sabbia lungo la riva del lago, fino ai
monumenti commemorativi della Battaglia dei Cappelli sull’antistante collina.
Inquietante e in un certo senso traumatica la mostruosa ciminiera di una
fabbrica poco lontana che, instancabile e insensibile, non ha mai smesso di
ricordarci le ingombranti esigenze del mondo moderno.
Aspettiamo le 9 per restituire le biciclette. I nostri
destrieri, battezzati durante la notte con i nomi di Vincenzo e Valchiria, ci
hanno servito al meglio e quasi scende una lacrimuccia nel doverli abbandonare.
Superato il trauma da distacco, torniamo alla stazione con una nuova
consapevolezza: ogni maledetto ostello, campeggio, hotel e simili nell’intera
Finalndia sembrano non avere camere libere. Deus ex machina la cassiera del bar
che, aiutandoci con i numeri di telefono ci permette di prenotare un inaspettato
letto per la notte. “Lake Star” non è il nome di un hotel, o di un campeggio, e
nemmeno di un ostello. È un battello turistico che di giorno scarrozza avanti e
indietro per il lago famiglie armate di Reflex, ma che di notte si trasforma in
un insolito affittacamere, o meglio, cabine! Il programma prevede spostamento a
Savonlinna con breve tappa a Imatra e, incredibilmente, lo rispettiamo.
Vegetiamo quindi in stato comatoso una buona mezz’ora nella stazione di
Lappeenranta e poi via, di nuovo in movimento.
Imatra una botta e via. Passiamo più tempo ad aspettare
l’arrivo dell’autobus piuttosto che a mangiare. Ce ne andiamo come siamo
arrivati: senza alcun sentimento (fatta eccezione per l’odio partorito durante
la lunga attesa alla fermata).
Sul far della sera raggiungiamo Savonlinna, ancora ignari
delle sorprese che questa città aveva in serbo per noi. La stazione affaccia
direttamente sulla piazza del mercato (Kauppatori), in prossimità del porto. La
nostra nave/ostello è lì, attraccata. Ci presentiamo al Mozzo Zozzo che ci
mostra la nostra sistemazione: una cabina di un metro quadro con un letto a una
piazza (scarsa), e un oblò all’altezza dell’acqua. Tutto ciò spacciato come “Camera
Doppia”. Va benissimo!
Lasciamo gli zaini e optiamo per un rapido giro della città:
tipo sopralluogo. La stanchezza accumulata e il fatto che sia domenica ci
impediscono di goderci a fondo il posto. Torniamo al Lake Star in tempo per l’ultimo
giro del lago, a cui decidiamo di prendere parte (gratis, cazzo). Un’oretta ben
spesa tra le amene isolette che qua e là affiorano dall’acqua. Suggestivo il
castello che oggi ospita l’Opera di Savonlinna.
Tornati al porto facciamo
conoscenza con una coppia di italiani: toscani in InterRail. Scopriamo che i
nostri itinerari si somigliano molto, ma il loro progetto di prendere un
pullman per Kuopio dividerà le nostre strade. Siccome non ci presentiamo, Siso ha
dato loro dei nomi ad hoc rievocando due personaggi di Pieraccioni. Levante e
Caterina. Non sapremo mai come si chiamano veramente, ma brinderemo a loro!
Dopo l’ennesima cena
a base di “Cheeseburger Eldorado”, economici e rivoltanti panini freddi
precotti (delicatissimi…), andiamo a goderci tutto il lusso della nostra suite.
Come fanno i marinai con questa noia che li uccide, addormentati
sopra un ponte, in fondo a malincuore, sognano un ritorno e
smaltiscono un liquore…
Andrea e Silvano
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