Stavanger-Oslo-Stoccolma, 18 agosto 2012
Il diciottesimo giorno di viaggio è uno di quei classici
giorni di transizione e continuo spostamento. Il treno da Stavanger si è
inspiegabilmente fermato alle 5 del mattino, costringendoci a prendere
l’ennesimo pullman. Il ritorno a Oslo è poco più che un lampo. Il tabellone
della stazione ci rivela l’esistenza di un treno diretto a Stoccolma in
partenza. La stanchezza scompare d’un tratto ed entrambi ci trasformiamo in
centometristi olimpionici (con tanto di zaino) e riusciamo a salire in tempo.
Entriamo con irruenza nel vagone, forse un po’ troppa, e Il Nero sbatte
inavvertitamente la porta del vagone contro quella del vicino bagno da cui
stava uscendo proprio in quell’istante un ragazzo. Se sia stata la stanchezza
oppure gli odori esalati dal gabinetto a bruciare il cervello di quest’uomo non
lo sappiamo, fatto sta che immediatamente comincia a urlare nella sua lingua in
faccia al Nero. La cosa divertente è che, resosi conto che nessuno di noi due
aveva intenzione di avere paura di lui, ci ha improvvisamente perdonati. Una
magnanima testa di cazzo, non c’è che dire.
Il viaggio in treno, comunque, prosegue serenamente fino
alla capitale svedese. Non sappiamo ancora dove dormire, ma, data la nostra
indecente condizione igienica (l’ultima doccia risale a Narvik), cediamo alla
tentazione dell’unico ostello disponibile, benché situato un po’ fuori città.
Raggiungerlo è una delle 4 cose più difficili della nostra vita, ma alla fine
ce la facciamo, dopo un treno e tanti piedi. La doccia è meravigliosa. I
capelli del Nero tornano finalmente biondi!
Decidiamo di risparmiare sulla cena per poi goderci al
mattino una colazione sontuosa. Ci addormentiamo godendoci l’ormai dimenticata
sensazione di dormire in posizione orizzontale, ma solo dopo aver visto la
puntata del giorno di una fiction inglese.
Andrea e Silvano
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