giovedì 23 agosto 2012

Giorno 17


Stavanger, 17 agosto 2012

Stavanger non è una città molto conosciuta al di fuori dalla terra scandinava, è un piccolo centro abitato sui fiordi della costa sud-occidentale norvegese collegato dai treni solo ed esclusivamente alla capitale. A portarci qui non è di certo il fatto che ogni volta che Il Nero nomina il posto, Siso non può fare a meno di indicare il proprio apparato riproduttivo con entrambi i palmi rivolti verso l’alto, storpiandone il nome in “ ‘sta vanga! ”. Benissimo. Ad ogni modo, si dà il caso che nei pressi di questa località apparentemente dimenticata da Dio e dagli uomini si trovi uno degli spettacoli naturali più belli d’Europa se non del mondo. Si chiama Preikestolen (roccia pulpito), è una piattaforma naturale di roccia che affaccia a strapiombo sul mare offrendo l’incredibile vista dei fiordi. È raggiungibile tramite un sentiero non facilissimo di 3 km, ma stavolta non avremo gli zaini. Andiamo con ordine, però. Arriviamo abbastanza presto a destinazione per poterci godere con calma la colazione e per poterci dare un’approssimativa lavata generale nei bagni della stazione (anche questi a pagamento). Lasciamo gli zaini nelle cassette di sicurezza e ci avviamo verso l’Info Tourist. Quello che sappiamo è che dovremo prendere un traghetto e un pullman per arrivare all’imbocco del sentiero; quello che non sappiamo è quali, quando, dove e come prenderli. È comunque un buon inizio.
All’ufficio turistico ci indirizzano verso una nave prossima a partire e ci vendono anche il biglietto valido per il pullman. Indovinate un po’? Perdiamo il primo traghetto. E anche il secondo. Il terzo nemmeno esiste. Il Preikestolen sembra destinato a rimanere un sogno. Sembra…ma non abbiamo intenzione di rinunciare. Torniamo all’ufficio e spieghiamo il problema. Improvvisamente ci sentiamo profondamente stupidi, anche più del solito. Sbagliavamo molo. La nostra nave è esattamente dall’altro lato della città e siamo ancora in tempo per prenderla. La Provvidenza non ci abbandona mai. Tutto sommato, siamo contenti così. La nostra idiozia ci ha permesso di vivere qualche ora in più Stavanger, che si rivela proprio una bella scoperta.
Il tragitto in nave dura una quarantina di minuti. Siso, ovviamente, dorme, aiutato anche dalla mascherina per gli occhi presa sul treno della notte precedente. Il pullman dura ancora meno, ma Siso dorme anche lì. Il sentiero non è eccessivamente lungo, praticamente un terzo di quello che ci ha portato a Knivskjellodden, tuttavia in alcuni punti somiglia più ad un’arrampicata che ad un’escursione. Si passa da pareti di roccia a spiazzi acquitrinosi. L’ultimo tratto sul bordo dell’alta scogliera è a dir poco pazzesco. Voltiamo l’ultimo angolo dopo due ore di cammino e quello che ci si presenta è un….è inutile provare a descriverlo con le parole: qualunque aggettivo, qualunque possibile descrizione ci sia finora venuta in mente non può essere ritenuta nemmeno lontanamente sufficiente a dipingere per voi questo spettacolo. Lasceremo che siano le immagini a venirci in soccorso, per quanto possibile.




Non sappiamo dire con esattezza quanto tempo siamo rimasti in contemplazione, non vogliamo saperlo. Il tempo l’abbiamo lasciato laggiù. Alla fine, comunque, siamo tornati sui nostri passi. Il tempo ci ha educatamente aspettato e ha addirittura fatto amicizia con la Provvidenza che veglia su di noi, permettendoci di prendere per un soffio l’ultimo pullman utile.
Il programma ora prevede di tornare a Oslo per raggiungere Stoccolma, costretti a malincuore a rinunciare ad andare Bergen, città sede del A.S. Roma Club Norvegia. Il treno che prendiamo è l’ennesimo notturno.

Nessuno di noi ha sognato quella notte, non serve farlo quando la realtà supera l’immaginazione.

Andrea e Silvano

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